Calcio, svelato a Vicenza murale di 60 metri dedicato a Paolo Rossi
23 Settembre 2024
La moglie di Pablito: «Nel murale la maglia è azzurra perché Paolo è di tutti. Ma il suo cuore è a Vicenza»
Nel giorno del 68esimo compleanno di Paolo Rossi inaugurato il maxi murale fatto da Eduardo Kobra sulla Torre Everest. «È bellissimo, rispecchia la grandezza di Paolo»
«Di solito il compleanno di Paolo lo festeggiamo tra di noi ma stavolta io, Alessandro, Sofia Elena e Maria Vittoria abbiamo accettato di condividerlo con Vicenza, perché lì ci sentiamo a casa. Ritroviamo pezzi della sua vita, di Paolo. Ogni volta viviamo emozioni così forti che ci aiutano a superare il dolore della sua mancanza». Inizia così la chiacchierata con Federica Cappelletti, donna forte e intelligente, che da quando Paolo Rossi è mancato prematuramente nel 2020 ha capito che doveva e poteva fare una cosa sola: raccogliere il suo testimone e portare avanti i suoi valori.
Federica una giornata particolare questo compleanno di Paolo che avrebbe compiuto 68 anni, ancora una volta l'abbraccio caldo e pieno d'affetto di Vicenza.
Per noi sono state emozioni forti, il murale fatto dall'artista Eduardo Kobra è bellissimo, rispecchia la grandezza di Paolo ma anche la gioia che sapeva trasmettere, quelle braccia alzate e quel sorriso che lo ha accompagnato sempre! È un'opera imponente, che ci rende orgogliosi.
Pablito è rappresentato con la maglia della Nazionale.
Perchè Paolo è di tutti, perchè Kobra si è rifatto ad una delle fotografie che Paolo amava di più, ma questo nulla toglie al legame che aveva con Vicenza, lo sanno tutti che se è arrivato alla Nazionale è merito della maglia biancorossa, poi lui si sentiva vicentino, tanto che ci è rimasto a vivere per decenni. Lo ha reso felice come poche volte ricevere la cittadinanza onoraria!
Non per nulla per l'ultimo suo viaggio lei ha scelto Vicenza.
Avevo intuito, anche se non ne avevamo mai parlato apertamente, che era una sua volontà e come sempre io mi faccio guidare da lui, sono il suo braccio. Le sue idee, i suoi valori sono diventati i miei. Con la Foundation Paolo Rossi e la Caritas ad esempio abbiamo inaugurato in Polonia un camp per 80 rifugiati e orfani, era un suo sogno.
La giornata si è conclusa con la serata al teatro comunale intitolata: “Buon compleanno Pablito”.
È stata voluta e organizzata dall'Associazione italiana calciatori, stare in mezzo a così tante persone che gli hanno voluto bene è stata un'emozione grande, così come rivedere i compagni del Mondiale '82 o del mitico Real Vicenza, ma anche giornalisti che hanno seguito le sue gesta, ognuno ha regalato ricordi bellissimi non solo a noi famigliari, ma a tutti i presenti.
L'affetto per Paolo è ancora enorme, lei lo tocca con mano ogni giorno.
È incredibile, mi accorgo che più passa il tempo più è amato. Tra lui e la gente è come se ci fosse una corrente che non si è mai interrotta e credo che sarà per sempre. Io ho l'onore di rappresentare un uomo stupendo che è il padre delle mie figlie.
È riuscita a trasformare in forza il grande dolore...
Non è stato semplice, ho attraversato momenti bui, ma poi ancora una volta è stato Paolo a prendermi per mano, ad indicarmi la strada da seguire. Tutto quello che lui ha dato è tornato indietro, la sua grande umanità, la sua semplicità sono le direttive che seguo. Ricordo ad esempio quando andavamo a fare la spesa, non si rientrava più a casa, perché si fermava con tutti, aveva una parola buona per tutti e non gli pesava, anzi gli veniva spontaneo.
A volte non è troppo pesante il fardello di essere la moglie di Paolo Rossi?
No, anzi, è una sensazione bella, sono orgogliosa di portare avanti i suoi valori, forse la parte difficile è la gestione di tanti impegni ed iniziative, ma Paolo era la mia guida, lo è oggi e lo sarà. È al mio fianco, lo sento, e come ho scritto sarà “Per sempre”.







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